Parlare di sesso con i bambini


“Il mio bambino non ha mai chiesto nulla sul sesso”…”Mia figlia è ancora troppo piccola“…”Ha altro a cui pensare”…”Non è ancora ora”…”Ho paura di incoraggiare atteggiamenti precoci”…”Non so da dove incominciare”…”Mi mette in imbarazzo“…”Ci penserà la scuola“…”Ooh, ma tra amici ne parlano!I giovani ormai sanno tutto!”…”Quando sarà adolescente, magari…” Quante volte ho ascoltato queste frasi, e tante altre, alcune molto rassicuranti per l’adulto che le pronunciava, altre espressione di un disagio che affonda radici nell’infanzia, quando certi argomenti nemmeno si potevano sfiorare senza generare silenzi, reazioni sorprese o scomposte, chiusura. Difficile, difficilissimo parlare di sesso con i bambini, con gli adolescenti poi…e bisogna vedere se a 15 anni hanno ancora voglia di parlarne con mà e pà, perchè se prima di allora non si è mai toccata la questione, figurati dopo!! Un documento (*) approvato recentemente dall’organizzazione Mondiale della Sanità, stilato da un gruppo internazionale di esperti in ambito educativo e diffuso in Europa, finalizzato a diffondere standard comuni riguardo alla promozione della salute sessuale, sta facendo molto discutere per alcuni contenuti piuttosto espliciti (sui quali ognuno è ovviamente libero di esprimere le sue perplessità). Comunque la si consideri, la faccenda scotta sempre, va detto: ma crea difficoltà soprattutto in famiglia, con i propri figli, per proseguire con la scuola, dove trovare insegnanti disposti ad affrontare in maniera aperta discorsi sulla sessualità non è affatto semplice e, perchè no, persino con operatori sanitari (medici, ginecologi, ostetriche) che teoricamente dovrebbero avere meno inibizioni… Perchè? Risposta essenziale: se si perpetua un atteggiamento di evasione, da genitori a figli, dove e quando mai si potrà pensare di mettere a disposizione di bambini e ragazzi (e adulti, eh?) una sana informazione, che rappresenti la base per scegliere consapevolmente, responsabilmente quando, con chi e come vivere le proprie esperienze sessuali, naturali e ovvie tappe dell’esistenza umana? Contare sugli scambi tra loro diventa pericoloso: vero che circolano tante informazioni, ma molto confuse e difficili da usare, quando non sono sbagliate! Intendiamoci, non è una colpa del singolo: il problema è che se una società esclude un elemento così fondamentale e complesso della vita dalla vita stessa, a partire dall’infanzia, crea le condizioni per gli abusi su donne e bambini, le gravidanze indesiderate, la sessualità violenta, le malattie a trasmissione sessuale, le distorsioni squallide che sono sotto gli occhi di tutti, bambini compresi! Il genitore medio vive nell’illusione che tutto ciò sia distante dalla vita di un piccino, invece non è così: televisione, riviste, edicole che espongono qualunque cosa, pannelli pubblicitari, discorsi stessi degli adulti condotti con noncuranza, magari in apparente “codice” e pieni di sottintesi, tanto i bimbi non capiscono. NON CAPISCONOOO!? Accidenti se capiscono, e imparano così in fretta che se solo intuiscono il disagio di mamma o papà, si guardano bene dal porre domande: l’ultima cosa che un bambino desidera è vedere sul viso delle figure essenziali della sua vita espressioni poco rilassate… Le domande, SE avranno l’opportunità, le faranno a qualcun altro. Eccone alcune, rivolte a me durante gli incontri con bambini di seconda elementare: “io so che mamma e papà fanno uno scambio, che c’è un passaggio da mamma a papà, ma come succede questo?”, “quanto tempo passa da quando papà da il seme alla mamma a quando comincia a formarsi il bambino?”, “d’accordo, ci vuole un seme del papà e un uovo della mamma, ma tutte le volte che c’è un passaggio nasce un bambino?”, “il bambino nella pancia dorme, ascolta, mangia?”, “come fa a respirare?”, “perchè muoiono alcuni bambini nella pancia?”, “se la mamma sta male, sta male anche il bambino?”, “come fa a uscire dalla pancia?”, “è vero che certe donne e certi uomini non possono avere bambini?”, “se si rompe il sacchetto dove c’è il bambino, come fanno a nascerne altri?”…Questi piccini han formulato domande così complesse a soli 7 anni, perchè nella loro mente c’è già moltissimo, assorbito nel tempo dall’ambiente circostante!! E se non trovano nessuno che risponda? Ancora? Il genitore di un tredicenne pensa mediamente che la propria creatura abbia sì curiosità, ma superficiali, non ancora proprio così avanzate…Ecco le domande di tredicenni di scuole medie periferiche con cui porto avanti da anni un progetto di educazione alla sessualità: “da dove viene il bisogno di avere rapporti tra due donne?”, “vorrei sapere come si fa a passare da un organo genitale maschile a uno femminile, cioè il nome dell’operazione”, “perchè il pene diventa duro quando si guarda una donna nuda?”, “perchè quando si ha un rapporto sessuale lo sperma esce solo dopo vari movimenti?”, “se si hanno rapporti durante le mestruazioni si resta incinte?”, “se durante il rapporto il maschio urina che succede?”, “cos’è la circoncisione e perchè si fa?”, “che cos’è l’eiaculazione precoce?”, “a che età si può prendere il viagra?”, “il clitoride può diventare duro?”, “il petting di solito si fa prima del rapporto, ma cosa si deve fare esattamente?”, “vorrei approfondire l’argomento sulle precauzioni da prendere”, “come fanno a fare sesso gay e lesbiche?”, “com’è la posizione a coccinella?” (a questa non ho saputo rispondere, lo confesso!)… Credo che se leggessi a un gruppo di genitori di tredicenni tutto ciò dovrei prevedere almeno qualche malore in sala (e non ho riportato proprio tuuutto!). Potrei andare avanti per alcune pagine, ma sono tutte domande piene di sanissima curiosità, senza malizia, che servono a capire i misteri della vita e a collocare la sessualità in maniera normale nella propria esperienza, ricavando strumenti per gestirla con resposabilità e gratificazione…ma se nessuno risponde, che fine fanno? Si cercano altrove, le risposte, e mica sempre sono quelle giuste. Allora, come se ne esce? Pensando che fin dalla nascita un essere umano è sessuato: è maschio o femmina, il suo corpo è fatto di tante parti, i genitali necessitano da subito di essere toccati per tenerli puliti, e a un certo punto il pupo scopre di averceli. Come fino a quel momento ha esplorato il resto del suo corpicino, così fa con la “patatina” (la vulva!) e il “pisellino” (il pene!). E quando inizia a parlare, chiede: come funziona questo, e quello, e da dove sono venuto, e poi come è stato possibile, ed ecco che l’adulto incomincia a tremare. Quando ho seguito un bellissimo corso di formazione sessuologica, il docente ha pronunciato una frase che mi è rimasta stampata nella mente: “parlare di sesso con i bambini, o con chiunque, deve essere percepito come qualcosa di semplice, come descrivere la ricetta della torta di mele“. Proprio così: il pene o la vulva sono pezzi di un insieme al pari di tutti gli altri, delicati e intimi però, da trattare con cura, tenere puliti, imparare a lavare da soli. E poi sono davvero singolari, perchè servono per “fabbricare” altri bambini. E qualunque domanda può rappresentare il punto di partenza per spiegare cose nuove, educare alla diversità e al rispetto, stimolare il desiderio di saperne di più. I bambini vogliono risposte veloci e comprensibili, però: non dilungarsi è importante, perchè se chiedono “da dove sono uscito” la risposta deve essere stringata (“dalla vagina della mamma, un canalino speciale che sta tra le gambe””, ad esempio). Può essere che gli basti così, al momento, come può darsi che vogliano approfondire. Prepararsi non è un male: qualche bel libro consultato in biblioteca e poi insieme a loro aiuta tanto, e la maggior parte dei genitori scova qualcosa che non sapeva (non si finisce MAI di imparare)!! A questo link si possono trovare tanti bei libri: –  http://www.uppa.it/rubriche/cultura/libri-e-lettura/educazione-sessuale-bibliografia-ragionata Molti studi dimostrano che un dialogo aperto e sereno tra genitori e figli ritarda l’inizio delle esperienze sessuali, produce capacità di riflessione e rende i giovani più consapevoli di ciò che vogliono fare, del tipo di partner e di relazione che desiderano, delle possibili conseguenze di una sessualità vissuta senza affettività e senza precauzioni. In fondo, i timori di un genitore sono legati proprio a questi elementi della faccenda… Ora, si impone preparare gli ingredienti per una bella torta di mele, e parlando ad alta voce concentrarsi sulla descrizione dei passaggi, dalla farina all’estrazione dal forno, cioè fare esercizio per passare a qualche altro argomento… ; ))

(*)  –  http://www.bzga-whocc.de/?uid=20c71afcb419f260c6afd10b684768f5&id=home

8 pensieri su “Parlare di sesso con i bambini

  1. Leggendo questo post mi sono venute in mente un sacco di cose. Da “tutte queste informazioni non sovra caricheranno troppo e troppo presto i nostri bambini?” a “dovremmo cambiare il nostro sistema educativo scolastico, magari integrandolo con visite di specialisti o persone che hanno vissuto esperienze date dalla scarsa conoscenza o dalla leggerezza delle loro azioni (mamme adolescenti per esempio)”. Insomma i dubbi si insinuano sempre nella mente di chi si apre ad un’altro modo di educare ed io vengo da un’educazione molto più che tradizionale,piena di incongruenze e di argomenti tabù, come appunto il sesso che anche oggi che ho 22 anni e convivo,resta sempre con i miei genitori un argomento difficile. Mia madre ci parlo di sesso (a me e mia sorella) quando mi venne per la prima volta il ciclo, verso i 10 anni. Oggi penso che se avesse potuto relazionarsi con persone che hanno una visione dell’educazione più ampia e meno tradizionalista, io e mia sorella non avremmo fatto alcune scelte nella nostra vita.

    • cara giulia, sicuramente troppi stimoli provenienti dal mondo esterno rischiano di disorientare un bambino, che cerca semplicemente di capire il mondo, nel più semplice modo possibile…ma il mondo è complesso e deve farci i conti: l’adulto dovrebbe soltanto aiutarlo in questo processo, e certo non è facile.anch’io provengo da un’educazione come la tua, in cui non potevo nemmeno sfiorare argomenti vicini a questi; ciò che mi ha aiutata è stata la scelta professionale (per un’ostetrica diventa pane quotidiano almeno la “genitalità!”), una formazione più approfondita in ambito sessuologico, leggere e studiare tanto e soprattutto affrontare bambini e ragazzi, creando quella relazione di cui parli: percepire che l’adulto non ha paura o imbarazzo ad affrontare certi argomenti gli lascia davvero campo libero, e sul post non ho riportato tante domande che l’adulto medio considererebbe “scabrose”… 😉 ma non pensare alle scelte “sbagliate” della vita; i dubbi sono sani,guarda avanti e cerca di conoscere più che puoi della vita, vai al cinema, a teatro, ad ascoltare musica e frequenta persone intelligenti (ce ne sono tante, a dispetto di quello che sembra!): la sessualità bella e appagante verrà di conseguenza!!!

  2. Io ho già pronto un libro fantastico. La mamma ha fatto l’uovo, in cui sono i bimbi che spiegano ai loro genitori come si fanno i bimbi. Ed è simpatico e ovviamente semplice e chiaro.
    Grazie Franca.
    Sto diffondendo il tuo lavoro eccelso ogni volta che posso!
    Buon tutto. E

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