E’ appena stata pubblicata la notizia della piccola e rivoluzionaria invenzione di un dispositivo per favorire il parto quando si presenta difficoltoso durante la fase espulsiva, inventato da un meccanico per estrarre tappi dalle bottiglie vuote e adattato all’uso ostetrico. Premesso che resta di fondamentale importanza lavorare su una buona preparazione al parto, una gestione del travaglio attenta ai bisogni della donna e sulla messa in atto di tutti gli accorgimenti di dimostrata efficacia per favorire la spontaneità dell’evento, può capitare che si renda necessario un aiuto, che deve essere il meno invasivo e traumatico possibile. Vi propongo la lettura di un articolo (tratto parzialmente da quotidianosanità.it) che ne spiega funzione e potenzialità.
Odon Device un aiuto al parto naturale
Presentato durante il Congresso mondiale sulla salute materna e neonatale dai maggiori rappresentanti dell’Oms e delle Università di Medicina Italiane, Odon Device, che arriverà in Italia tra circa un anno, è una metodica simile all’abbraccio delle mani e consente al feto una più facile fuoriuscita
20 DIC – Una importante innovazione si profila in campo osterico-ginecologico per la gestione di parti complicati: si chiama Odon device e deve il nome al suo inventore, un meccanico che ne ebbe l’intuizione studiando un metodo per estrarre i tappi dalle bottiglie vuote. Costituito da una sorta di sacchetto di plastica con doppia intercapedine, collegato ad un applicatore del medesimo materiale, avvolge in maniera molto delicata, del tutto similmente a quanto potrebbero fare la coppia delle mani, la testa del feto che si presenta nel canale del parto aiutandola a scivolare più agevolmente lungo le pareti vaginali. Tutto questo avviene a quasi 300 anni dall’introduzione del forcipe e a 100 dalla ventosa, tecniche che hanno più volte mostrato limiti e pericoli ed oggi raramente utilizzate.
Lo strumento, approvato dalla Organizzazione Mondiale della Sanità che ne ha sviluppato l’aspetto medico, ha ottimi potenziali: bassissimi costi di realizzazione per la tipologia dei materiali (cellophan e plastica), facilità di esecuzione (può essere manovrato anche da uno studente al 1° anno di ostetricia), sicurezza, assenza di controindicazioni e effetti collaterali sia per la donna che per il bambino. Eseguiti studi di simulazione su manichini con ottimi risultati, lo strumento è già in uso in un ospedale di Buenos Aires. Da Febbraio/Marzo 2012 partiranno in Italia, in collaborazione con l’Oms, i primi studi di validazione clinica e di tutte le possibili applicazioni. Accolto favorevolmente dalla classe medica e dalla popolazione femminile, si stima che l’Odon device possa ridurre del 5-6% il numero dei tagli cesarei. L’Odon device viene presentato oggi durante il Congresso Mondiale sulla Salute Materna e Neonatale dai maggiori rappresentanti dell’Oms e delle Università di Medicina Italiane.
“Jorge Odon – aggiunge Ignazio Marino, chirurgo, Presidente della Commissione Parlamentare di inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del Ssn – senza alcuna nozione di ostetricia ha avuto un’idea geniale dai risultati sorprendenti. Meno infezioni, meno emorragie, meno ricorso al taglio cesareo e al forcipe, nessuna sofferenza per il feto. Il sistema ha tutte le potenzialità per ridurre i rischi connessi al parto e cambiare così il destino di milioni di donne e bambini nelle aree più svantaggiate del mondo”.