Allattare rovina il seno…

In una società che fonda il valore dell’individuo, specie se femmina, sull’immagine esteriore, enfatizzando a dismisura certe caratteristiche fisiche, non c’è da stupirsi se si generano ansie che in momenti cruciali dell’esistenza si amplificano ulteriormente. Questo è sicuramente il caso del seno, attributo soggetto a estrema variabilità individuale, come tutte le altre caratteristiche fisiche, naturalmente differenti per ciascun individuo. La bambina che osserva il mondo circostante non tarda a cogliere cosa esso rappresenta nell’immaginario maschile, ma più in generale sociale: a partire da qualunque rivista patinata le capiti a tiro, per proseguire con la rappresentazione pubblicitaria stampata e televisiva, con la famigerata Barbie le cui poppe sfidano la legge di gravità, l’esposizione cinematografica sempre generosa, le battute mirate di coetanei e non, e via discorrendo.

Ecco dunque che le mammelle diventano una parte di sè idealizzata, al punto da sottoporsi in età sempre più precoce e con frequenza crescente e scellerata a mastoplastiche riduttive o additive, a seconda delle dimensioni che si ritiene di dovergli dare, sollevamento chirurgico o accontentandosi di modellarle opportunamente con reggiseni studiatissimi, push-up, imbottiti, ferrati, incrociati…

A un certo punto, magari giunge anche il momento della resa: la gravidanza, e non bastasse, ne consegue la fase fatidica in cui le poppe iniziano a fare ciò per cui Madre Natura le ha predisposte, cioè produrre latte per il cucciolo umano, e qui é panico, immaginando lo sfacelo che seguirà alla fine di questo percorso, che farà scempio delle tanto accudite protuberanze.

Secondo un’indagine condotta su 1.000 donne tra i 18 e i 40 anni, due su tre sono convinte che dopo l’allattamento il seno non tornerà mai più come prima.

Proviamo a smorzare questa convinzione? Intanto, nel considerare il momento in cui si attende un figlio come fase normale di cambiamento fisico, che porta con sè una ricchezza di situazioni nuove ed emozioni impareggiabile, da cui si può solo imparare qualcosa: a conoscersi meglio, a scoprire una diversa dimensione corporea, a prendersi cura di tutta sè stessa.

Massaggiare quotidianamente le mammelle con olio di mandorle permette di idratare in profondità ed elasticizzare fortemente la pelle, importante elemento di supporto del seno; compiere con regolarità alcuni esercizi di ginnastica isometrica (es: mani giunte in posizione di “preghiera”, braccia allineate, comprimere le mani l’una contro l’altra per 5 secondi, poi rilasciare e ripetere 50 volte al giorno) e nuotare per tutti i nove mesi, se fa piacere, consente di rafforzare i muscoli pettorali, sostegno del corpo mammario. Sostenere quindi il seno con un reggiseno morbido, che non comprima, e praticare di tanto in tanto spugnature fredde, specie durante l’estate, seguite dal massaggio con l’olio.

Dopo il parto, mantenere le stesse abitudini, riservando però la ginnastica sempre alla fase successiva a una poppata. Alla fine del percorso di allattamento, per qualche tempo si avvertirà una sensazione di “svuotamento” e riduzione della densità delle mammelle, destinata però a ridimensionarsi. A distanza di qualche mese, ci si stupirà di trovarsi con un seno non poi così diverso da quello precedente la gravidanza…non proprio uguale-uguale, come non uguali a prima saremo noi, in toto… ; )