L’ episiotomia

L’episiotomia è un pratica chirurgica con cui, utilizzando una forbice, si incide (tomia) il perineo (epíseion, regione pubica), e più precisamente la parete vaginale posteriore, in basso. L’incisione può essere effettuata lungo la linea mediana, ovvero dalla estremità inferiore dell’ingresso vaginale verso l’ano, oppure più frequentemente con un certo angolo rispetto ad essa, dopo aver praticato un’ anestesia locale simile a quella utilizzata dal dentista. Dopo il parto si procede alla sua sutura con fili appositi, ormai riassorbibili, che non necessitano di essere rimossi. Le prime tracce documentarie di questa procedura risalgono alla metà del ‘700, mentre la sua affermazione si attesta un secolo dopo. 

Diffusa su scala planetaria dove il parto è assistito da operatori sanitari (poichè non sempre lo è), l’episiotomia è ancora oggi una delle più comuni procedure mediche a cui sono sottoposte le donne e, nonostante un suo utilizzo di routine sia nettamente diminuito negli ultimi decenni, è ancora largamente praticata in molte parti del mondo, ma con enorme differenza percentuale: da circa il 10% in Svezia a oltre il 90% in America Latina.

Indicazione assoluta al suo utilizzo è rappresentata dal rilievo di sofferenza fetale durante la fase espulsiva del parto, potendone accorciare i tempi; nel corso di parti operativi (applicazione di ventosa) agevola la procedura e riduce la possibilità di danni maggiori del perineo; può anche risultare necessaria in altre situazioni particolari, sulla base dell’esperienza di chi assiste, che permette di valutare con attenzione se il tessuto materno può sopportare o meno la sollecitazione a cui sta per essere sottoposto.

L’utilizzo selettivo consente di limitare lacerazioni estese della vagina, facilitando la riparazione della ferita e la sua cicatrizzazione.

Nel maggio 1985 l’OMS emise un documento, “Tecnologia appropriata per la nascita”, contenente alcune raccomandazioni tra cui questa: “L’uso sistemico dell’episiotomia non è giustificato”, e nella revisione del 1992 comparve un richiamo perentorio per gli operatori: “la pratica routinaria dell’episiotomia dovrebbe essere abbandonata”.

In Italia la situazione qual è?

Serena Donati, ricercatrice dell’Istituto Superiore della Sanità e tra gli autori delle linee guida nazionali in materia di gravidanza fisiologica e taglio cesareo, dichiara che “l’episiotomia non deve essere effettuata di routine perché non migliora di per sè gli esiti del parto vaginale e deve essere eseguita solo in caso di necessità”. Nonostante le raccomandazioni OMS indichino nel 5 per cento un giusto ricorso a questo intervento, un’ indagine svolta in Italia ha fornito una stima degli interventi di episiotomia nei parti spontanei (escludendo quindi i casi in cui si erano impiegati ventosa o forcipe): al Nord la percentuale è risultata del 60.4%, al Centro 66.1% e al Sud 79%, per un totale ogni anno di circa 200mila. Questi dati si riferiscono al 2002; dopo più di dieci anni avremmo voluto fare un confronto, ma un dato aggregato su base nazionale oggi non esiste. Gli unici numeri ufficiali in circolazione sono quelli degli ospedali e delle regioni virtuose, quali Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna, che all’interno della propria struttura o del proprio territorio, hanno registrato in cartella clinica tutti i trattamenti medici ai quali le partorienti sono state sottoposte. Ma a parte queste rare eccezioni, in generale nessuno, neanche gli stessi primari, sa esattamente quante episiotomie vengono eseguite”. 

Bella questione, su cui c’è da interrogarsi: man mano che ci si sposta da nord a sud, poi, si rileva una crescente e più disinvolta propensione alla sforbiciata  😦 …sta di fatto che i tassi di episiotomia in Italia sono superiori a quelli registrati in altri paesi europei e in Nord America. 

Dal sito http://www.saperidoc.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/52 :

Ricorrere all’episiotomia ha dei benefici?   Questo intervento, praticato da molti anni in sala parto, era stato introdotto con la convinzione che potesse limitare il dolore e la gravità delle lacerazioni, cioè degli ‘strappi’, a cui le donne possono andare incontro spontaneamente durante il parto. In realtà gli studi hanno dimostrato che praticare di routine l’episiotomia non produce benefici rispetto al parto senza interventi. Inoltre, limitare l’uso dell’episiotomia porta a una maggiore probabilità di avere un perineo intatto e, quindi, a una diminuzione del numero di suture e di complicazioni, senza differenze nel dolore perineale e nella frequenza di lacerazioni gravi. L’episiotomia andrebbe quindi limitata esclusivamente ai casi in cui può effettivamente aiutare la nascita del bambino, una valutazione che può essere fatta solo alla fine del travaglio di parto.

 E dopo il parto?   Anche sul medio periodo non ci sono prove consistenti a favore o contro il ricorso all’episiotomia. Tuttavia una sintesi dei risultati degli studi disponibili mostra che il ricorso di routine all’episiotomia non riduce il rischio di incontinenza urinaria e fecale, non aiuta a ridurre i dolori perineali che si possono avere dopo il parto e comporta una minore probabilità di riprendere precocemente i rapporti sessuali.
Le donne possono legittimamente richiedere di essere informate sulla pratica di questo intervento nell’ospedale in cui scelgono di partorire (le nascita in casa sono generalmente immuni da episiotomia), e che venga effettuato soltanto nell’ipotesi di effettiva necessità, avvisandole preventivamente per ottenere il loro consenso, obbligatorio per legge.
Nel caso in cui fosse necessario praticarla, l’ostetrica è abilitata anche alla sua riparazione.
-> Parere tecnico condiviso ad unanimità dal Comitato Centrale – FNCO
13 ottobre 2012 – “L’ostetrica/o è abilitata/o ad effettuare
l’episiotomia, l’episiorrafia e la sutura perineale semplice
secondo le normative vigenti” (L.42/99)

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...