La solitudine delle mamme

Si resta incinte, ci si confronta con emozioni del tutto nuove, con il lento trasformarsi del corpo, con l’idea di passare dalla condizione di figlia a quella di madre, fino a quando si avvicina il momento, e più procede la gravidanza, più si fa strada un’idea di parto, spesso confusa e accompagnata da timore dell’ignoto, più spesso ancora definita da altri (il ginecologo), raramente messa a fuoco da noi stesse, quasi che fosse altro da noi, e non ci riguardasse direttamente. Com’è difficile soffermarci sui nostri desideri, pensare al bambino che verrà e a come vorrebbe vivere questo momento, chiederci cosa vogliamo, cosa non vogliamo…

Il futuro padre non sempre ci aiuta, anche perchè magari tagliato fuori dalle decisioni, pensando che tutto sommato l’esperienza la dobbiamo gestire da sole, corpo e mente; invece anche lui potrebbe esprimere desideri al pari di noi, ma spesso non viene sollecitato a farlo.

Poi arriva il momento, dopo aver seguito un corso preparto che forse ci ha fornito qualcosa, forse meno, e le contrazioni, o la rottura del sacco amniotico o altre situazioni contingenti ci spingono a raggiungere l’ospedale prescelto (sulla base di cosa? “perchè ci lavora il ginecologo che mi segue”, “perchè è vicino a casa”, “perchè tante amiche si sono trovate bene”, e ogni tanto “perchè risponde ai miei desideri”). Poi nella mente si fa strada la frase consolatoria: “lo hanno fatto milioni di donne prima di me”… 🙂

Si affrontano il parto, il post parto e la cura del neonato secondo le abitudini in voga nel luogo, poi si torna a casa, papà rientra alle occupazioni lavorative e pian piano si fa strada il bisogno di condividere le proprie emozioni, fisiche e psichiche, ma sempre più frequentemente si è sole, e allora, se non si hanno a disposizione nonni e parentame vario, ecco che viene in aiuto lo schermo del computer, uno sfogatoio dove è possibile trovare ascolto nei social network, le “reti sociali”, gruppi di individui connessi tra loro, distanti fisicamente, che non si conoscono per le vie tradizionali ma che scrivendo sulla tastiera possono entrare in contatto e scambiarsi informazioni, stati d’animo…

Stupendo, meglio di niente, spesso la confusione aumenta anzichè ridursi, ma più che altro occorrerebbe potersi misurare con la fisicità, la presenza confortante di una persona affettivamente vicina, che ti prepara il cibo o si occupa del piccolo mentre riposi. A volte, prevedere un aiuto domestico per qualche tempo può sollevare notevolmente la condizione di stanchezza che grava sulle giornate di una neomadre: tante donne, madri anch’esse, sono disponibili per svolgere qualche ora di lavoro, basta cercare.

Guardandosi attorno, poi, si scopre che le donne sanno anche organizzarsi, creare reti solidali, sostenersi reciprocamente, cambiare creativamente anche le istituzioni presenti sul territorio, frequentare luoghi davvero sociali (dalle biblioteche aderenti al progetto Nati per leggere, alle piscine dove si pratica acquaticità per i piccoli, ai corsi post parto attivati dai consultori, alle tante associazioni variegate sempre più attive, ad esempio).

E’ che spesso vanno spronate a farlo, vanno aiutate a focalizzare luoghi, persone e iniziative che possono fare al caso loro; occorre rassicurarle circa il fatto che, ad un certo punto, uscire di casa, vivere una vita sociale in sintonia con i mutati bisogni è ancora possibile, anzi necessario, per sè, per il rapporto di coppia e per il ruolo genitoriale che in tal modo matura, si evolve e cresce, arricchito dagli scambi di idee, consigli, esperienze. Una cena con gli amici ogni tanto, senza pretese, aiuta a dare respiro alle giornate faticose di una neomamma, smorza l’ansia legata al cambio di passo della vita quotidiana, offre l’opportunità di sentirsi ancora parte di un gruppo sociale più ampio. Una bella pizza profumata, comodamente seduti a un tavolo, diventa momento da assaporare (in tutti i sensi!), stacco dalla routine, sensazione di non sentirsi tagliate fuori da tutto e tutti. Piccole cose, che si sono magari sempre fatte, ma che “dopo” acquistano valore e peso diversi… 😉

 

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