Il desco e la tazza da parto

 

 

 

 

Questo meraviglioso oggetto è un esemplare di desco da parto, dipinto da Pontormo su tavola e conservato agli Uffizi, a Firenze. Risale al 1526 circa, e venne realizzato in occasione della nascita di un bimbo in una famiglia della Firenze dell’epoca. Il desco era un vassoio tondo (da “disco”) in legno, dipinto su entrambi i lati, che durante il Rinascimento veniva offerto come dono cerimoniale alle donne delle famiglie più abbienti che avevano appena partorito; si trattava un oggetto della vita quotidiana delle donne dell’alta società, e con esso si serviva un primo pasto, solitamente un brodino, alla partoriente subito dopo il parto e nei giorni seguenti, fino a quando restava a letto. Vi erano spesso dipinti temi allegorici ben augurali o episodi sacri legati alla natività, e sul retro riportava generalmente elementi araldici propri della famiglia a cui era destinato. Più frequentemente vi si rappresentavano scene inerenti alla nascita di Cristo, alludendo in tal modo alla sacralità della procreazione (scopo delle nozze) nel matrimonio cristiano. Nel corso del cinquecento, questo costoso oggetto venne sostituito gradualmente da tazze in ceramica, le cosiddette tazze da puerpera, decisamente più a buon mercato, che ebbero invece vita assai più lunga.

Particolare curioso, tratto dal bel documento segnalato nel link sottostante: “nel 1940, al concorso nazionale per la ceramica d’arte, riservato a giovani ceramisti, uno dei temi in concorso era proprio un modello moderno di tazza da parto come dono alla puerpera. Questo servizio doveva comprendere la scodella per il brodo, il piatto portauovo con il portasale, il tutto congegnato con un’unica presentazione facilmente scomponibile nelle sue parti”.

Per approfondire:

DAL DESCO DA PARTO ALLA TAZZA DA PUERPERA: SIGNIFICATO E SIMBOLOGIA DI UN OGGETTO LEGATO ALLA NASCITA
Maria Pia Mannini

http://popolazioneestoria.it/article/view/180

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