Lotus Birth

Il Lotus Birth è una pratica che consiste nel non sezionare il cordone ombelicale dopo il parto, mantenendo quindi la placenta attaccata al neonato fino al distacco spontaneo del cordone stesso dall’addome del piccolo, che si verifica in genere a distanza di 3-10 giorni. Il taglio del cordone ritardato di 4-6 ore è piuttosto diffuso presso numerose culture indigene in cui si pratica ostetricia tradizionale, in varie parti del pianeta ma soprattutto a Bali dove a placenta e cordone ombelicale vengono attribuiti particolari significati simbolici. La stragrande maggioranza delle femmine di mammifero (non le foche, le belene e poche altre) mangia la placenta dopo il parto, per trarne preziose sostanze nutritive, ma presso gli umani soltanto alcune culture orientali mantengono tradizioni di consumo soprattutto del brodo ottenuto dalla sua bollitura (*).

La pratica sopra descritta è invece menzionata nei diari dei primi coloni dell’Europa occidentale in America; abbandonata nel tempo e ripresa soprattutto dai praticanti lo yoga che negli anni ’80 esploravano le vie della nascita naturale, venne denominata Lotus Birth in considerazione del valore sacrale attribuito al loto nelle culture orientali, esteso idealmente al neonato. Attraverso il mantenimento di questo “legame” anche dopo la nascita, i benefici teorici sarebbero sostanzialmente di natura strettamente spirituale (maggior serenità e benessere del neonato).

La si pensi come si vuole, ogni donna può chiedere che nella sua esperienza di parto possa rientrare anche il Lotus Birth, a seguito di consenso sottoscritto dopo aver ricevuto un’informazione corretta circa lo stato attuale delle conoscenze sulla questione e il trattamento igienico da riservare alla placenta.

Il Royal College of Obstetricians and Gynaecologists (RCOG) del Regno Unito, associazione professionale che raduna gli specialisti medici nella branca ostetrica, nel 2008 si è pronunciato sul tema in questi termini:

       “Non esistono al momento attuale ricerche scientifiche sul Lotus Birth e non vi sono evidenze mediche a dimostrazione del suo beneficio per il neonato”

       “Prima di scegliere questa procedura, tutte le donne dovrebbero essere pienamente informate dei potenziali rischi, che possono includere infezioni e conseguenze ad essa associate per la salute del bambino”

       “Si sottolinea che allo stato attuale il Lotus Birth resta una pratica nuova per il Regno Unito e non vi è ricerca in corso per quanto riguarda la sua sicurezza”

–  “Se la donna opta per questa procedura, il RCOG raccomanda una sorveglianza stretta del neonato per rilevare segni precoci di infezione”

Questo documento (**) rappresenta tuttora il riferimento medico e giuridico per eventuali controversie legate all’applicazione della procedura che si dovessero presentare nella pratica.

 (*)   Per approfondimenti: 

 https://intornoallanascita.com/2013/07/14/che-fine-fa-la-placenta/

(**) – Documento integrale al link: 

  http://www.rcog.org.uk/what-we-do/campaigning-and-opinions/statement/rcog-statement-umbilical-non-severance-or-%E2%80%9Clotus-birth

4 pensieri su “Lotus Birth

  1. La gestione di cordone e placenta nelle diverse culture è molto affascinante… Di sicuro la gestione occidentale (taglio immediato e via nei rifiuti speciali) rispecchia tutte le paure e ossessioni della società contemporanea (in ospedale la placenta viene trattata come un organo brutto e osceno, da nascondere e buttare quanto prima). Io per le mie figlie non ho scelto la Lotus Birth (pratica estremamente interessante ma, diciamolo, non per tutti). Ho invece mantenuto cordone e placenta integri per circa due ore dalla nascita. E dopo il taglio ho scelto di tenerle e di destinarle a soluzioni ben più degne che gli orridi rifiuti speciali…

    • Verissimo, infatti la soluzione più appropriata sarebbe quella di attendere la cessazione spontanea delle pulsazioni del cordone prima di sezionarlo, poi mostrare la placenta a mamma e papà, lasciargliela esplorare e magari anche portare a casa, per farne ciò che vogliono (dopo i parti a domicilio questo succede)… 🙂

      • Personalmente, infatti, ritengo questa possibilità di gestione della propria placenta e del proprio cordone un plus notevole del parto a domicilio (oltre, ovviamente, a tutti gli altri!). Poter esplorare e osservare la placenta che ha nutrito, tramite il tuo corpo, il tuo bimbo per 9 mesi è un’esperienza che completa il parto e aiuta a metabolizzare l’esperienza di gravidanza e nascita come ciclo fisiologico, naturale. In cui ogni elemento ha la sua perfetta funzione e una sua dignità.

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