“Prese in braccio la bambina e non la depose mai, girava con lei attaccata al petto, allattandola di continuo, senza orario fisso e senza preoccuparsi delle buone maniere o del pudore…”
“La casa degli spiriti” – Isabel Allende
Ecco, una neomadre si presenta pressappoco cosí, e non sempre una donna dei nostri tempi gioisce al pensiero astratto di questa condizione, stentando a volte a lasciare da parte l’immagine che ha di sé, concentrata sul proprio io, pur aperto ad un compagno, agli amici, ai parenti.
Uno potrebbe anche dire: uomo & padre, ma é diverso, no? La biologia fa la sua parte, e su questo non si puó obiettare, poi la cultura fa il resto, o meglio “le” culture: possedere un utero, sentir muovere un cosino, veder la pancia diventare globosa e considerare tutto questo un valore, una tappa dell’esistenza creativa, intensa e faticosa perché assorbe energie fisiche e psichiche, oppure no. Nella societá occidentale, il ruolo della donna é cambiato radicalmente nel momento in cui si é trasformato il modo di educare le bambine, mentre il ruolo materno é rimasto lo stesso: si chiede alle neomadri di occuparsi ancora dei figli come se la loro vita si svolgesse solo all’interno di un rapporto di coppia in cui il padre provvede alle necessitá della famiglia e la madre resta tra le mura domestiche ad occuparsi del resto. Sappiamo bene che invece lo scenario é cambiato, eccome!
Proprio per questo, peró, dal momento che una donna puó anche decidere di non diventare madre e di impegnarsi in altre attivitá, quando invece progetta di fare figli ha un’opportunitá straordinaria: informarsi, scegliere per sé e per il suo bambino, nell’ambito del rapporto di coppia, la strada migliore per crescere insieme, a partire dalla gravidanza che rappresenta un’occasione imperdibile di acquisizione di strumenti per gestire in prima persona la propria vita, per proseguire con il parto (dove e come accogliere il neonato) e l’accudimento del bimbo. Dal momento in cui si decide di procreare, occorre imparare a scegliere per il nuovo essere, fino a quando non sará in grado di farlo da solo, e non é cosa facile, però é una bella palestra anche per sé stessi…
Ma entrare in questa dimensione significa soprattutto dare significato e valore al proprio essere donna, che diventa madre attraverso un’esperienza fisica e interiore intensa, faticosa ed esaltante, senza abbandonare l’immagine di sé, che invece si arricchisce in maniera speciale…
Per allargare la riflessione e gli orizzonti:
“Mamma a modo mio” – Elisabetta Ambrosi – Urra Edizioni