Mamme del terzo millennio

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Festa della mamma, dicono…un giorno all’anno ( uno solo! ) in cui la figura della donna madre viene ricordata, magari esaltata, e i negozi si riempiono di oggetti che padri e/o bambini acquistano, offrendoglieli in dono. Chi non ricorda i “pensierini” realizzati a scuola per questa occasione? E chi mamma lo é diventata nel frattempo conserva gelosamente gli stessi oggettini e i disegni con frasi tenere ricevuti dai propri figli, commuovendosi solo a guardarli di nuovo. Ma come vive nel 2013, nel nostro Paese, una donna che sta per diventare madre o lo é giá da piú o meno tempo? Con fatica, ci dicono le statistiche: figli se ne fanno sempre meno (siamo la nazione con la piú bassa natalitá del mondo!), e sempre piú tardi, quando le condizioni economiche e di coppia lo consentono, perché la societá cambia, e non é detto che una donna viva la situazione ottimale per pensare ad un bambino. Molte sperimentano la condizione di single, altre sono costrette e scegliere tra maternitá e lavoro, e la crisi attuale non aiuta di certo, perché aggrava il disagio economico di molti, soprattutto delle donne, specie se hanno figli.

Per motivarsi a tenere duro occorre allora pensare spesso al fatto che i nostri antenati  sono sempre andati avanti, stringendo i denti nel presente e guardando al futuro senza spaventarsi della realtá, anche quella piú gravosa.

Ma ció che non è cambiato sono le emozioni legate alla ricerca di un bimbo, alla sua attesa, quando inizia a muoversi qualcosa nel ventre e si percepisce che c’é davvero, alla sua nascita e allo sguardo intenso che si scambia con il neonato, un’impressione che resta indelebile per la vita…

E poi il primo sorriso, le prime parole, i primi passi, in un susseguirsi di cambiamenti che portano alla crescita di una persona con le sue caratteristiche, le somiglianze e le differenze con noi stesse e con gli altri membri della famiglia: il percorso é sempre quello, con le notti trascorse ad accudire e consolare, o le giornate a correre con l’ansia di riuscire a fare tutto, proprio tutto, senza far mancare nulla ai propri figli, anche quando la situazione di vita é difficile.

C’é qualcosa di nuovo, peró, che si fa strada lentamente ma con forza: l’idea che un bambino ha bisogno soprattutto di cose che non si possono comprare come amore e comprensione, vicinanza paziente e affettuosa, momenti vissuti insieme ridendo, giocando, guardando o leggendo un bel libro, andando a fare una passeggiata, nella consapevolezza che il tempo trascorre in fretta e non torna piú…

Allora, proprio nel giorno in cui si “festeggia” la mamma tutto torna con gli interessi, anno dopo anno e per il resto della vita: un’attenzione speciale e l’intensa presa di coscienza del legame particolare, unico, tra una donna e suo figlio, cioé il regalo piú grandioso che l’esistenza possa fare.

Puó diventare un giorno di riflessione piú profonda, insomma, che rafforza le relazioni e magari richiama alla mente le mamme che non ci sono piú ma che tanto di sé hanno lasciato, da trasmettere alle generazioni successive.

Tutte cose che non si possono comprare… : )

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