Le linee-guida OMS per lo svezzamento

Svezzare significa letteralmente “far perdere il vezzo, l’usanza, l’abitudine specialmente del latte ai bambini”. Nel post “Lo svezzamento del bambino” si può trovare un’ampia riflessione sugli aspetti pratici e simbolici di questo momento di passaggio ricco di significati per tutti.

Vale la pena dunque spulciare tra le righe di un documento che qualcuno ha provveduto a tradurre, e che può rappresentare un riferimento sensato e autorevole nel momento in cui viene assunta la decisione di passare da un regime alimentare all’altro, con serenità e senza troppe paranoie, soprattutto da parte dei sanitari coinvolti nella cura del bambino! E per chi non ci avesse mai pensato, le ostetriche sono figure di supporto anche in questa fase della vita infantile… : )

Ecco qua:

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha diffuso negli ultimi anni un documento con una serie di linee guida sulla durata consigliata dell’allattamento al seno e sullo svezzamento. Per chi fosse interessato, è reperibile il testo integrale in inglese, francese e spagnolo, in cui ogni direttiva viene spiegata e motivata in base alle conoscenze attuali e ai risultati scientifici disponibili.

DIRETTIVE PER L’ALIMENTAZIONE COMPLEMENTARE DEI BAMBINI ALLATTATI AL SENO (da 6 a 23 mesi)
1. DURATA DELL’ALLATTAMENTO AL SENO ED ETÀ DI INTRODUZIONE DEGLI ALIMENTI COMPLEMENTARI 
Praticare l’allattamento materno esclusivo* dalla nascita all’età di sei mesi, quindi introdurre gli alimenti complementari continuando ad allattare al seno.
2. CONTINUARE L’ALLATTAMENTO AL SENO 
Continuare l’allattamento al seno a richiesta fino ai due anni di età o oltre.
3. PRESTARE ATTENZIONE AL BAMBINO DURANTE I PASTI 
Prestare attenzione al bambino durante il pasto, applicando i principi di cura psico-sociale. In particolare:
a) alimentare direttamente i lattanti e aiutare i bambini più grandi quando si alimentano da soli, prestando attenzione alla loro fame e ai segnali di sazietà;
b) alimentare lentamente e pazientemente, e incoraggiare i bambini a mangiare, ma senza forzarli;
c) se i bambini rifiutano numerosi alimenti, sperimentare altre combinazioni di alimenti, di gusti, di consistenze e altri metodi di incoraggiamento;
d) minimizzare le distrazioni nel corso dei pasti se i bambini perdono facilmente l’interesse;
e) ricordarsi che i tempi dei pasti sono momenti di apprendimento e di amore; parlare ai bambini durante i pasti guardandoli negli occhi.
4. CORRETTA PREPARAZIONE E CONSERVAZIONE DEGLI ALIMENTI COMPLEMENTARI
Praticare una buona igiene e corretta conservazione degli alimenti
a) assicurandosi che le persone che si occupano dei bambini si lavino le mani prima della preparazione e della consumazione degli alimenti;
b) conservando gli alimenti in modo sicuro e servendoli immediatamente dopo la preparazione;
c) utilizzando utensili puliti per preparare e servire gli alimenti;
d) utilizzando contenitori puliti per nutrire i bambini;
e) evitando l’uso dei biberon che sono difficili da tenere puliti (raccomandazione correlata con la situazione igienica: tenere conto della validità a livello mondiale delle raccomandazioni!)
5. QUANTITÀ NECESSARIA DI ALIMENTI COMPLEMENTARI 
Cominciare all’età di sei mesi con piccole quantità di alimenti e aumentare con la crescita dei bambino, mantenendo l’allattamento al seno frequente.
I bisogni energetici che devono provenire dagli alimenti complementari per i lattanti con un apporto “medio” di latte materno sono di circa 200 Kcal al giorno all’età di 6-8 mesi, 300 Kcal al giorno a 9-11 mesi e 550 dai 12 ai 23 mesi. Nei paesi industrializzati queste stime sono leggermente differenti (rispettivamente 130, 310 e 580 Kcal al giorno a 6-8, 9-11 e 12-23 mesi) in ragione delle differenze nell’apporto medio di latte materno.
6. CONSISTENZA DEL CIBO
Aumentare gradualmente la consistenza e la varietà degli alimenti, man mano che i bambini crescono, adattandoli ai bisogni e alle capacità del lattante.
I lattanti possono assumere alimenti frullati, passati o semisolidi a partire dai sei mesi. Dagli otto mesi, la maggior parte dei bambini può mangiare con le mani (spuntini che i bambini possono fare da soli).
A 12 mesi, la maggior parte dei bambini può mangiare certi tipi di alimenti consumati dal resto della famiglia (tenendo presente il bisogno di cibi nutrizionalmente ricchi, come descritto al punto 8 qui sotto).
Evitare gli alimenti che potrebbero provocare soffocamento (cioè pezzi con una forma e/o consistenza tali da potersi fermare nella trachea, come noci, uva, carote crude).
7. FREQUENZA DEI PASTI E DENSITÀ ENERGETICA 
Aumentare il numero di volte che il lattante assume alimenti complementari man mano che cresce. Il numero giusto di pasti dipende dalla densità energetica degli alimenti locali e dalle quantità consumate abitualmente durante i pasti.
Per il lattante medio in buona salute gli alimenti complementari devono essere forniti 2/3 volte al giorno a 6-8 mesi, 3-4 volte a 9-11 mesi e 12-23 mesi, con degli spuntini accessori (come un frutto o del pane con qualcosa di spalmabile) offerti una o due volte al giorno, a volontà. Gli spuntini sono definiti come alimenti presi fra i pasti, abitualmente consumati senza altre aggiunte, accessibili e facili da preparare.
Se la densità energetica o la quantità di alimenti per pasto è scarsa, o se il bambino non è più allattato al seno, possono essere necessari pasti più frequenti.8. CONTENUTO IN NUTRIENTI DEGLI ALIMENTI COMPLEMENTARI 
Dare una varietà di alimenti per assicurarsi che i bisogni di elementi nutritivi siano soddisfatti. Carne, pollame, pesce o uova possono essere consumati ogni giorno o più spesso possibile. I regimi vegetariani non possono soddisfare i bisogni di elementi nutritivi a questa età, a meno che non si utilizzino integratori di micronutrienti o alimenti fortificati* (vedere il punto 9 qui sotto).
I frutti ricchi di precursori della vitamina A e i legumi dovrebbero essere assunti quotidianamente. Fornire diete con adeguato contenuto di grassi. Evitare bevande con basso valore nutritivo come the o caffè, e bevande zuccherate come le bibite gasate (aranciate, coca cola, ecc). Limitare i succhi di frutta per evitare che sostituiscano cibi più ricchi di nutrienti.

9. USO DI INTEGRATORI O PRODOTTI FORTIFICATI** PER I BAMBINI E LE MADRI 
Usare alimenti fortificati o integratori vitaminici e di minerali, se necessario. In alcune popolazioni, anche la madri che allattano possono necessitare di integratori vitaminici e di minerali o di alimenti fortificati, sia per la loro stessa salute che per assicurare una normale concentrazione di alcuni nutrienti (in particolare vitamine) nel latte materno. (Tali prodotti possono essere utili anche nel periodo del pre-concepimento e in gravidanza.)

10.  ALIMENTAZIONE DURANTE E DOPO UNA MALATTIA 
Aumentare l’apporto di liquidi durante una malattia, anche attraverso un allattamento più frequente, e incoraggiare il bambino a mangiare gli alimenti preferiti, leggeri, vari, appetitosi.
Dopo la malattia, offrire cibo più frequentemente del solito e incoraggiare il bambino a mangiare di più.

* Per “allattamento esclusivo” si intende che il bambino dovrebbe ricevere esclusivamente latte materno nei primi sei mesi di vita: nessun altro alimento né bevanda, nemmeno acqua.

** Gli alimenti fortificati sono quelli a cui sono stati aggiunti nutrienti (ad esempio vitamine e/o minerali), senza modificarne il contenuto energetico.

Dunque, una traccia per sostenere i genitori e i sanitari nel corretto percorso che conduce il bambino ad adottare un’alimentazione sempre più simile a quella dell’adulto e del contesto culturale in cui vive. Ciascuno può naturalmente pensare di sostituire i cibi secondo il proprio modo di vedere l’alimentazione, ma nel rispetto dei valori nutritivi. Nella nostra realtà, possiamo rivolgere una particolare attenzione al punto 3, che affronta lo svezzamento sul piano della relazione adulto-bambino. E’ vero che il piccolo deve sviluppare autonomia, ma è altrettanto evidente che il momento del pasto è ben più che una parentesi nutrizionale nella sua vita: lasciarlo da solo davanti al piatto significa mettere da parte un’opportunità per creare legame, vicinanza, e per fargli sentire la nostra presenza. La richiesta di essere imboccato sottintende una richiesta di relazione, di cura attenta, di intimità. Il bambino impara molto presto a usare il cibo per trasmettere messaggi emotivi. Così come il rifiuto o il consumo monotono di pochi  alimenti molto spesso ha lo scopo di attirare l’attenzione adulta, è verosimile che molti disturbi alimentari in età adolescenziale possano affondare radici anche (non solo!) in atteggiamenti di scarsa attenzione riservati a suo tempo ai momenti di convivialità.

Mangiare insieme scambiando sguardi, parole e anche allegria è tanto più coinvolgente e arricchente che pescare ciascuno nel proprio piatto, distratti e in silenzio…

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