Le coliche del neonato

P.Picasso

Temutissime, peggio della peste bubbonica!! Un dedalo di ipotesi, rimedi, tentativi spesso inefficaci per un problema frequente e di cui ancora poco si sa circa l’origine. Tutti i neonati piangono, e di questo occorre farsi una ragione: il pianto è comunicazione di bisogni, e attraverso di esso il piccolo ottiene attenzioni, fino a quando non svilupperà altri sistemi per farlo. Per i neogenitori può essere difficile imparare a distinguere i vari tipi di pianto, ma con il passare dei giorni diventerà sempre più facile. Alcuni bimbi piangono indubbiamente più di altri, soprattutto in momenti particolari della giornata, frequentemente verso sera. Perchè un neonato piange? Può essere perchè ha fame: se allattato al seno le poppate possono essere inizialmente molto ravvicinate, perchè lo stomaco è poco capiente e inoltre la suzione ha un effetto gratificante e sedatiivo, ma se allattato artificialmente occorre fare attenzione a non sovralimentarlo (se sono trascorse almeno due ore è possibile proporgli un supplemento di latte). Magari ha freddo o caldo: il neonato ha una tolleranza fisiologica maggiore dell’adulto al freddo, ma patisce più dell’adulto il caldo, quindi attenti a non coprirlo eccessivamente, anche nella stagione fredda, e a scoprirlo e lasciarlo in ambienti ventilati in quella calda, immergendolo spesso in acqua tiepida per rinfrescarlo, attaccandolo al seno con maggior frequenza se lo chiede. Mantenere la temperatura ambientale a circa 18 gradi: fa bene a tutti, meno caldo e una maglia in più! Il pupo è meglio che dorma sulla schiena, con i piedi alla fine del lettino (o con un asciugamano arrotolato sotto le gambe), così non finisce sotto le coperte.

Il neonato è un mammifero, e ha un bisogno vitale di coccole, contatto fisico e rassicurazioni, molto più di quanto si pensi, anche attraverso la voce e il canto. Il marsupio o la fascia portabebè permettono di tenerlo a contatto con il corpo e di dondolarlo durante il movimento, facendolo sentire “contenuto” come quando era nell’utero.

Ma il bimbo può essere stanco e avere bisogno di riposo: si pensa comunemente che i bambini si addormentino ogni volta che è necessario, ovunque si trovino, ma molti hanno difficoltà a prendere sonno, soprattutto se sono stanchi; niente paura, si impara presto a riconoscere i segnali di stanchezza! Può darsi che gli stimoli ambientali siano troppi o troppo intensi: troppa gente, troppo rumore, troppa luce, troppe braccia che lo manipolano possono sovraeccitare il suo cervello e impedirgli di rilassarsi quanto basta per dormire sereno. E la noia la vogliamo considerare? Tutti i neonati sono diversi: alcuni manifestano maggiore curiosità verso il mondo, richiedendo stimoli adeguati, delicati e continui nella fase di veglia. Sederli sulle gambe e guardare un libro con immagini colorate e semplici, ad esempio, cattura molto la loro attenzione e li rilassa, anche quando sono piccolissimi (dare un’occhiata al link nati per leggere) ! Un massaggio delicato con olio su tutto il corpo, insistendo su schiena e pancino, seguito da un bagno caldo e prolungato sono gesti altrettanto piacevoli per tutti.

Nessuno conosce un bimbo meglio di chi se ne prende cura in maniera continua: proprio per questo si impara a capire quando ha bisogno di attenzioni come quelle elencate e quando invece, nonostante tutti gli accorgimenti, il suo disagio continua e ha bisogno di essere affrontato con l’aiuto di una persona competente.  Se si notano difficoltà di respirazione durante il pianto, o se il pianto è accompagnato da febbre, vomito, diarrea o stitichezza prolungata (allattato al seno un bimbo può fare la cacca anche solo una volta ogni 24-48 ore, senza lamentarsi!) occorre rivolgersi al medico.

A volte ci si trova nella condizione di non capire cosa c’è che non va quando il bambino piange: non si consola in alcun modo, ma anche questo è normale! Le famigerate coliche possono produrre un pianto intenso e prolungato, nonostante gli sforzi per risolverlo. Nulla: il pupo stringe i pugni, dimena gambe e schiena, gettando nel panico madre, padre, nonni e mettendo a dura prova tutta la famiglia. Non c’è una cura magica per le coliche, ma raramente si protraggono per più di tre mesi: certo possono essere tre mesi pesanti…Che fare allora? Lentamente si impara a conoscere la personalità del bambino e a mettere in atto le tecniche che funzionano meglio per lui, ma alcuni suggerimenti arrivano dall’esperienza e dalla ricerca: un suono tenue, ritmico e costante come quello del battito cardiaco che sentiva in utero e che ora può ascoltare tenendolo a contatto con il torace; una musica lenta, dal ritmo costante e ripetuto (Mozart pare vada alla grande!); il canto di una ninna-nanna; cullarlo su un dondolo; uscire per una passeggiata; cambiare la posizione in cui si alimenta, provando a tenerlo eretto con la pancia a contatto con il corpo; poggiarlo contro la spalla per fargli eliminare eventuale aria dallo stomaco; attaccarlo di nuovo al seno anche se sembra aver concluso la poppata; alcuni bimbi hanno un bisogno di suzione molto forte, che va oltre il momento alimentare, e a volte basta fargli succhiare un dito, anche il suo, per calmarlo;  provare alcuni rimedi come la camomilla setacciata e biologica, preparati naturali in gocce o un fermento lattico in gocce ( Lactobacillus reuteri) che spesso dà buoni risultati.

I neonati sono faticosissimi per noi umani abituati a pensare tanto a noi stessi: a volte semplicemente accettando di avere un bambino che piange tanto può aiutare a reggere il peso della sua gestione, abituandosi alla cosa ma senza restare soli, chiedendo  aiuto e sostegno quando si avverte che la stanchezza fisica e mentale diventa insostenibile. Il tempo passa in fretta, e quando il piccino avrà imparato a comunicare in modi diversi, smetterà di piangere! ; )

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