E il pupo a chi lo lascio?

Guadagnarsi il pane bisogna, e se uno stipendio non è sufficiente tocca lavorare entrambi (quando il lavoro c’è), fosse anche solo per consentire a tutti una vita un pò più che dignitosa, fare progetti per sè e per i propri figli (i progetti costano!), dunque il momento della separazione dal pupo arriva…Per le madri si tratta della seconda, dopo quella già avvenuta alla nascita, e spesso il vissuto lacerante che accompagna questo momento destabilizza, confonde, crea malinconia e sensi di colpa. I nonni non sempre sono disponibili a tempo pieno: l’aumento della vita media si accompagna spesso al mantenimento della sua qualità, sicchè la generazione che si è lasciata alle spalle la vita lavorativa rivendica spesso spazi per sè. Tuttavia, se si può contare sul loro appoggio entusiastico, per qualche tempo può essere che rappresentino la soluzione più auspicabile, soprattutto per la continuità affettiva che sono in grado di offrire.  Questa nazione non fa molto per aiutare a superare la difficoltà di staccarsi da un rapporto fino a quel momento simbiotico: i nidi sono pochi, costosi per molte tasche, con liste d’attesa chilometriche, ma dispongono frequentemente di buone strutture e dotazioni di materiali. I micronidi in famiglia possono rappresentare una valida alternativa, offrendo accoglienza ad un numero limitato di bimbi, orari frequentemente elastici, una relazione stretta con le mamme ospitanti (che sono sempre mamme!) ad un costo sostenibile. Una babysitter non è detto che rappresenti la situazione ideale, ma se si è convinti delle sue competenze relazionali e pratiche può essere di aiuto per un periodo limitato. Prima di scegliere conviene sempre fare una ricognizione di quanto offre la zona di residenza, nelle strutture pubbliche, private e presso le abitazioni che ospitano i bambini, informandosi su tutti gli aspetti del loro accudimento. Osservare l’ambiente (spazi, luminosità, pulizia, qualità dei giochi, mensa), scambiare due chiacchiere con educatori e mamme ospitanti, confrontarsi con altri genitori che hanno vissuto l’esperienza in passato è importante per scegliere e per essere rassicurati rispetto alle proprie ansie. Come per tutte le altre situazioni che riguardano la nostra vita e quella dei nostri figli, è fondamentale essere partecipi, confrontarsi spesso con gli altri, non aver timore di proporre soluzioni, alternative, esporre il proprio punto di vista anche quando è critico (con garbo!), pretendere il rispetto delle regole: spesso siamo portati a pensare che tutto intorno a noi scorra secondo modalità definite e immutabili, mentre altrettanto spesso prevale l’abitudine, il “si è sempre fatto così”. La partecipazione attiva, soprattutto quando dobbiamo prendere decisioni per i nostri bambini, ancora incapaci di autonomia, può davvero fare la differenza tra lasciarsi trasportare dalla corrente e scegliere in modo consapevole, inventando modi nuovi di guardare e vivere la vita. E’ sicuramente più faticoso, ma assai più gratificante: il risultato migliore lo vedremo sui figli, che cresceranno autonomi, creativi e capaci a loro volta di scegliere per sè stessi.

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