Cambiare alimentazione per il bambino, che si è nutrito dalla nascita di solo latte, materno o artificiale, significa passare da una dimensione ad un’altra: il corpo si deve adattare all’assimilazione di sostanze nuove, la psiche a sapori, consistenze, profumi e veicoli di trasmissione del cibo differenti. Tutto questo segna una linea di demarcazione e rappresenta sia per il bimbo che per l’adulto un momento di passaggio fortemente simbolico verso la crescita. Una sana alimentazione comincia dall’allattamento materno esclusivo, per almeno sei mesi se possibile, seguito da un abbandono graduale delle poppate al seno, che verranno sostituite con cibi adatti alle capacità di digestione del piccolo e variati con gradualità nei mesi successivi, lasciando per ultimi quelli potenzialmente in grado di generare reazioni allergiche. Due cose sono fondamentali per affrontare questa fase: l’utilizzo di cibi sani, possibilmente biologici e di stagione, e la serenità di tutti (genitori, nonni…). Generalmente il pediatra che segue il bambino imposta tempi e modi dello svezzamento, ma ognuno è libero di decidere in autonomia, purchè con grande attenzione, sulla base di una corretta valutazione nutrizionale, quando e quali cibi introdurre in sostituzione del latte: il fai-da-te può presentare insidie importanti, soprattutto se si vuole percorrere la strada dell’alimentazione vegetariana, vegana o macrobiotica. Il bambino farà il resto, mostrando al momento giusto interesse o meno per qualcosa che non sia il rassicurante latte di mamma.